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Trovo tristissimo quando si torna con la mente ad un desiderio ormai distrutto dallo scorrere del tempo, un desiderio intenso che oramai è ridotto ad un ricordo.. il ricordo di un pensiero, di una serie di momenti e lochi immaginari, della strana sensazione nell'immaginare e desiderare qualcosa.. o qualcuno.. a tal punto da creare dal nulla nuovi mondi.. mondi ideali, fantastici, ed accogliervi la figura dei propri desideri.

E' triste la consapevolezza che gli eventi sono accaduti..
Il passato è ormai scritto e mi ha portato qui, ora. Chissà dove mi avrebbe portato se le cose fossero andate diversamente..
Ormai, però, non mi è più possibile scoprirlo ed il passato è ormai segnato. Quei desideri non saranno mai più gli stessi e se si avverassero... io non gioirei come un tempo.. sarebbe tutto maledettamente sporco ed impuro. La minestra altrui riscaldata per me.

Il matto di turno

Ti capita mai, tornando a casa, al volante della tua auto, in piena notte, di commentare ironicamente il matto di turno che gironzola solitario per le vie della buia città con alle labbra serrate, un sorriso alienato e gli occhi qua e là?
Bene, potrei essere il matto di turno. :)
Sono le 3.23 di notte. E' una notte tranquilla, il cielo blu stellato, non c'è una nuvola in cielo, non c'è un'anima in giro, soltanto le poche auto che sfrecciano nella strada solitaria e vuota, che ti passano davanti e probabilmente neanche ti vedono e se invece lo fanno, ti danno del matto di turno.
E' una di quelle notti serene e gelide il cui gelo, però, viene sciolto dal calore dei tuoi strani pensieri, quei pensieri che accantoni in un angolo, quei pensieri che desterebbero interesse soltanto a te e a nessun altro, pensieri straniti e variopinti e ti trovi lì, a dondolare sull'altalena e fissare quella stella in movimento, quella stella che fissavi spesso da bambino. Da bambino davi importanza alle piccole cose, a cose che non ti toccano più, di poca importanza.. proprio come un aeroplano di notte, che da lontano sembra una stella colorata o un extra-terrestre intento a svolazzare sulla tua testa..

Quark Xpress Passport VS Adobe Indesign

Mi sto finalmente apprestando ad apprendere il software di impaginazione della suite Adobe, Indesign, in quanto conoscevo soltanto l'uso di Quark Xpress.
Si dice che Indesign sia molto più complicato di Quark Xpress, a causa delle innumerevoli opzioni in più (anche se la versione 7.0 di Xpress sembra avere molte opzioni in più, come, ad esempio, la possibilità di importare nel documento i file di formato PSD. Come contro, però, pare dia non pochi problemi in fase di stampa. Non lo so, non l'ho testato).
Credo invece che sia un software performante e semplificato, rispetto a Xpress. In fin dei conti molti degli "optional" sono di rarissimo utilizzo. Come i vari effettini decorativi, ad esempio, che tendo sempre ad evitare, a meno che non ci sia un motivo valido che li impone.
Inoltre dipende molto dall'approccio con il mondo dell'impaginazione, più che del software. Chi già si occupava di impaginazione con Xpress, il suo unico problema sarà quello di famigliarizzare con il software. Cosa che chiaramente non porta grandi problemi.
Le scorciatoie da tastiera, ad esempio, se non settate a mo' di Xpress, sono quasi le stesse di tutti gli altri software della suite Adobe. Secondo me questo ne semplifica molto l'apprensione.

Un altro motivo per preferire Indesign al suo rivale è il prezzo. Indesign è accessibilissimo ed offre moltissime possibilità. Quark Xpress, invece, è estremamente costoso e non è performante quanto il primo.

Per concludere, sono estremamente soddisfatto di Indesign.

Fuori il cielo è dipinto di un grigio quasi totale che avvolge ogni dove, trasformando la città in un ambiente asettico, senz'anima, un contenitore di plastica vuoto, pronto a contenere gli alienanti pensieri delle persone. Voglio che avvolga anche me. Faccio un giro solitario per la mia città ed attenderò impaziente l'arrivo del buio.. come ogni giorno.

...perchè oggi ho bisogno di impazzire...

Quando tagli tu stesso il filo di razionalità che hai tessuto una vita. Quando senti il bisogno di impazzire per qualche ora della tua esistenza. Quando tocchi il fondo con mano e non vuoi risalire, non vuoi pensare, vuoi soltanto impazzire ed esterni ciò che si nasconde nella zona più profonda di te, quello che l'occhio umano riconoscerebbe come pura follia.
Quando il tuo corpo si riduce in soli nervi e muscoli, perdendo lo strato di pelle che lo avvolge, che lo dipinge.
Quando perdi il senno, quando i colori della tua mente si mescolano tra loro, quando si creano strane tonalità, inusuali, mai viste, semplice sporco o colore geniale.
Quando indossi i pantaloni alle braccia, quando monti il puzzle a caso, quando esterni l'inconscio che hai celato una vita, soprattutto a te stesso .. allora sei realmente impazzito.

Trovo piacevole impazzire, ogni tanto.