Niente

Come ogni mattina, prima di coricarmi, osservo a lungo fuori dalla finestra, sdraiato in posizione supina, con le mani sotto la nuca. Osservo un cielo grigio, così strano.. bello, un cielo senza sole, un cielo sbiadito. Il silenzio continua a regnare, superstite della notte ormai sfumata, passata ad immaginare qualcosa che non ha tatto, che non ha consistenza, che non posso raggiungere con le mani, che non posso sfiorare se non con la mente.
Ogni mattina, prima di coricarmi, dalle mie labbra schiuse, dalla mia espressione persa nel cielo grigio, fuori dalla finestra socchiusa, accanto al mio letto, non c'è cenno di emozione. Il pensiero si scompone in molti frammenti, mi perdo tra essi.. E' come se non pensassi, se fossi completamente vuoto.

L'anima

Le strane forme della mia anima, del mio universo.
Ombra/luce

Quella strana tela

Ho dormito, tutto d'un fiato, per ben quattordici ore. Non ricordo alcun sogno, è come se fossi morto, in quell'arco di tempo.. Stento persino a ricordare quel che facevo prima di dormire, ieri sera.

Ricordo, però, quel che ho fatto prima di tornare a casa, appena uscito da lavoro.
Era una di quelle serate nebbiose, quelle serate nella quale i lampioni e le luci delle auto si sfumano nella nebbia, quelle luci di cui non riesci a comprenderne la direzione.. quelle luci fioche ed eterne che vanno ad illuminare l'asfalto umido, quasi bagnato, nella quale puoi quasi specchiarti, anche se l'immagine che giunge ai tuoi occhi è distorta..E' come si vedessi le mille sfaccettature della tua persona, del tuo essere.
Il cielo prendeva un colorito violastro, il cui colore tingeva anche le nuvole.. è buffo, ma non riuscivo a non pensare ad una tela di un pittore che pasticcia con il nero ed il viola :) ..
Attorno a me c'erano alberi.. alcuni fioriti, altri spogli. Erano completamente immersi tra le ombre, proprio come me. Spesso volgevo il capo verso di loro.. e verso quel cielo senza stelle e senza luna, eppure così suggestivo.

Dondolavo da solo su un'altalena, ascoltavo della musica con gli auricolari, immergendomi ulteriormente in quell'atmosfera con un che di surreale, così terribilmente famigliare.. Ogni tanto scrutavo i passanti in lontananza.. anche loro scrutavano me. Chissà cosa pensavano, dove andavano e cosa aspettava loro. Non riuscivo a scorgere il loro volto, come neanche i loro abiti, erano delle figure perse nella nebbia che si allontanavano dalla mia vista, che entravano a far parte della mia vita per pochi istanti, per poi divenire dei pallidi ricordi ed infine svanire..

Andavo su e giù e portavo il capo verso la strana tela del pittore pasticcione. ;)
Mi girava quasi la testa eppure continuavo a fissare il cielo e gli alberi.

Potevo respirare a pieni polmoni.