Sono di fondo una persona inquieta.
Sono una persona molto profonda, troppo profonda.. questo mi porta spesso a battere la testa, ad essere triste, certe volte senza neanche conoscerne i motivi, in quanto questi ultimi sono ormai troppi e disordinati.
Questa sera è stata una di quelle sere nella quale la visione delle cose è divenuta a tal punto nera da perdere la bussola, da perdere quelle mere sicurezze che mi rimanevano, da ritrovarmi a fare i conti con me stesso, senza uno straccio di conforto altrui.
Ho vagato da solo per la mia città, avevo bisogno di passeggiare, di pensare. Avevo il lettore alle orecchie ed ascoltavo continuamente The Final Cut e Two sun in the sunset dei Pink Floyd, che si sposavano bene con le sensazioni che provavo in quegli istanti. Stanco dalla camminata mi sono ritrovato davanti ad un parchetto per bambini desolato, in quanto è stata una giornata piovosa. Mi è venuta voglia di farmi una dondolata sull'altalena bagnata e così ho fatto.
Lo stato di tristezza, dondolando e riflettendo, pian piano ha cominciato a sfumarsi senza però andare via. Stanco dalla dondolata ho deciso di sdraiarmi da solo su una panchina, anch'essa zuppa, ma non me ne sono preoccupato. Mi sono sdraiato, bagnandomi la camicia ed i pantaloni ed ho cominciato a fissare un cielo di color viola spento, macchiato dalle nuvole grigie che ogni tanto piangevano lievemente su di me.
All'improvviso mi sono accorto di non essere solo, ho voltato il capo ed ho visto una signora proprio di fronte a me, una signora di strada...alcuni li chiamano barboni. Non ho avuto paura, neanche quando mi sono accorto di non essere solo.. non so perchè.
Con un lieve inchino del capo ed un gentile sorriso l'ho salutata e si è seduta accanto a me, sulla panchina rossa persa tra le ombre degli alberi. Ha fatto tutto lei, ha iniziato a parlare, mi ha raccontato della sua vita, della sua gioventù, dei suoi figli.. parlava delle sue conoscenze chiamandole per nome ed io finivo per conoscere nomi e cognomi di persone che non ho mai conosciuto, eppure in quegli istanti era come se le conoscessi anch'io, se anch'io fossi nei lochi dei sui ricordi o della sua fantasia.. Credo che durante la chiacchierata abbia anche inserito dei fatti inventati di sana pianta ma si sposavano bene con il contesto.
Si chiama Carla, proprio come mia madre..
La temperatura, con il passare del tempo, è calata notevolmente, finchè non l'ho retta più e ci siamo lasciati. Mi ha detto che avrebbe passato la notte dentro una casetta dove giocano i bambini, così da ripararsi dalla pioggia che nel frattempo stava prendendo una forma piuttosto consistente e che avrebbe cenato con tre banane.
Prima di andar via le ho detto: "A buon rendere, Carla". Lei ha sorriso ironica, ripetendo le mie parole. Ora è lì, chissà a cosa pensa, lì, sola nella casetta per bambini. Forse rimembra la sua vita o forse pensa alla chiacchierata che abbiamo avuto.
Questo episodio mi ha lasciato moltissimo dentro. Mi ha dato molta di quella speranza che tanto allontano dalla mia esistenza, mi ha dato molto di più di tante persone viziate con cui ho a che fare ogni giorno della mia vita e questo mi fa riflettere.. forse sono io che mi ostino a vedere le cose più negative di quel che sono realmente.. forse dovrei cambiare strada e smettere di percorrere questa, che mi ha sempre lasciato dei grossi vuoti.. forse sbaglio a pensare di conoscere il mondo perchè quest'ultimo è grande e vasto ed io non l'ho conosciuto a fondo, anzi, ho conosciuto davvero poco di esso..
Cos'è l'elite? cosa vuol dire essere migliori o peggiori? una bella ed interessante persona spesso, può nascondersi all'interno di una persona invisibile, che non rappresenta motivo di interesse per la maggior parte degli individui.. persone senza nome, persone sole, che non saranno compiante da nessuno, quando se ne andranno, e quando questo accadrà lo faranno senza fare rumore..
A buon rendere, Carla, ovunque tu sia, adesso.